Canavese Rosso DOC
CANTINA PRODUTTORI ERBALUCE DI CALUSO
Regione: PIEMONTE
Formato: 0,75 l
Ottenuto dalla selezione di uve locali un rosso di facile beva, perfetta espressione del territorio Canavese.
Nebbiolo e altre varietà autoctone
Ottimo in accompagnamento a salumi e formaggi o con i primi piatti.
A seguito di un affinamento di alcuni mesi si ottiene un vino giovane dal colore rosso rubino con note fruttate, speziate e floreali; al palato asciutto, armonico e con una buona sapidità.
14°/16°
Produttore
La Cantina Produttori Erbaluce di Caluso, nata nel 1975 e costituita da 160 soci, associa circa l’80% dei produttori di Caluso. La cantina viene utilizzata anche come laboratorio didattico dagli allievi dell’Istituto Agrario Ubertini. Attrezzature e tecniche di vinificazione sofisticate permettono di ottenere prodotti finali con un alto livello qualitativo nel rispetto dei parametri contenuti nei disciplinari delle tre tipologie di Erbaluce di Caluso DOCG e del Canavese DOC.
La moderna linea di imbottigliamento ad elevata capacità produttiva permette di imbottigliare la parte pregiata del prodotto, mentre la parte rimanente è venduta sfusa direttamente presso il proprio stabilimento.
Le antiche origini di Caluso vengono fatte risalire alle popolazioni celtiche dei Salassi, in età preromana. I romani in seguito fecero di Caluso una cittadella fortificata cinta da mura e per questo la denominarono Oppidum Clausum, ossia “città forte-chiusa”, da cui il nome Caluso, presumibilmente a presidio della strada per Eporedia (l’attuale Ivrea), vista la strategica posizione su un’altura dominante la pianura canavesana fino a Torino verso sud e la piana di Ivrea a nord.
Battaglia di Caluso Il borgo di Caluso ebbe una forte importanza strategica in epoca medievale, nel Trecento, allorché divenne il vertice delle guerre per il dominio del Canavese, ben narrate dal cronista dell’epoca Pietro Azario nel suo “De Bello Canepiciano”. Nel Cinquento Caluso si trovò di nuovo in mezzo a sanguinose lotte di successione, questa volta tra Francesi e Spagnoli, i quali smantellarono e neutrlizzarono la rocca, che non fu mai più ricostruita; la sommità della collina di Caluso è tutt’ora caratterizzata dai ruderi dell’antica fortezza. Tra Settecento e Ottocento i Valperga, feudatari per conto dei Savoia, ampliarono il Parco del Palazzo signorile, sventrando e interrando l’intero quartiere a sud del palazzo fino alle mura di cinta meridionali, che servirono come muri di contenimento. Il Parco è oggi un vasto e importante giardino botanico, ricco di particolari speecie arboree.
Dal 1927 al 1945 Caluso ha fatto parte della Provincia di Aosta.